Il peggio è dopo
Il 2020 è iniziato con il mini evento bellico USA-Iran. L’abbiamo quasi dimenticato, a significare la portata degli eventi successivi.
È arrivata poi la grande paura del Covid-19. Il crollo iniziato nell’ultima decade di febbraio e conclusosi nell’ultima decade di marzo. Un mese di passione e paura per le borse, con i lockdown e le grandi preoccupazioni per l’economia, che ancora perdurano.
Abbiamo avuto la grande lezione del cinismo dei mercati, che performavano alla grande, grazie alle iniezioni di liquidità, distaccandosi dall’andamento economico. Abbiamo dovuto sopportare la noia di tanti tromboni che cercavano di convincerci che tutto questo era normale.
Abbiamo visto il Vix tenersi su valori troppo alti anche dopo la stabilizzazione dei mercati, rammentandoci il sinistro periodo precedente al crollo del 2000, quando era accaduto lo stesso fenomeno. E, soprattutto, alle volte, abbiamo visto il Vix comportarsi in apparenza contraria a quello che ci aspettavamo e che siamo abituati a vedere e che crediamo di conoscere.
Il petrolio ci ha insegnato che una commodity può andare in prezzo negativo. Non capivamo esattamente il perché e come questo fosse possibile, se non quando ci hanno spiegato che la montagna di carta costruita sopra questi strumenti può provocare tale evento.
Abbiamo visto un sacco di politici disprezzare l’uso della mascherina. Bolsonaro, Boris Johnson, Trump i nomi più significativi. Tutti e tre, poi, travolti nella loro presunzione, dallo stesso virus che hanno sottovalutato: e malgrado tutto sono riusciti a creare una corrente di pensiero a loro favore che continua ad esistere a livello mondiale.
Siamo stati chiusi dentro casa a lungo. Abbiamo sofferto per noi, ma anche per i nostri bambini, i nostri giovani, i nostri nipoti.. E questo ha influenzato a livello globale l’interazione con i mercati dal punto di vista dell’approccio emotivo.
Siamo entrati nella campagna elettorale americana, vedendo un dibattito televisivo Trump-Biden che è stato un insulto alla democrazia e una pernacchia solenne alla Cultura dell’Occidente. Ci siamo rammaricati per gli Stati Uniti, che, ben lungi dall’essere great again, forniscono di sé una evidente immagine di squallore etico e politico.
Infine, Trump in ospedale, con il Coronavirus. Uscirà presto? Così dicono, oggi stesso, alcuni sostengono.
In borsa, abbiamo assistito a fenomeni vicino all’inverosimile. Sulle borse americane, all’inizio del crollo del Covid-19, tre giorni di seguito di ribasso oltre la terza deviazione standard: fenomeno che statisticamente dovrebbe accadere una volta ogni 400 anni, una probabilità su 100.000. In Borsa Italiana, grazie anche alle brillanti trovate dei regolatori, abbiamo visto un meno 17% in una giornata. Guardiamo il grafico di Tesla e continuiamo a non capire. Scopriamo che le grandi aziende del digitale americano pesano sul World Msci Index per il 12%, sull’S&P500 per il 25% e sul Nasdaq per il 40% e ci chiediamo se tutto questo ha un senso.
Dove vanno i mercati? Come proteggiamo il nostro portafoglio? Quali variabili ci attendono con la malattia di Trump, con le elezioni americane, con l’avanzata dei contagi e dei progressi sullo sviluppo del vaccino?
Il 5 ottobre scorso, alle ore 18, Tony Cioli Puviani è stato sul canale webinar dell’Istituto Svizzero della Borsa: ci ha atteso una iniezione di lucidità da parte di un grande professionista e ci ha dato preziosi consigli di trading e un giusto orientamento per il nostro portafoglio di investitori. Clicca per iscriverti e e vedi la registrazione, condividi con noi un’ora di grande Cultura finanziaria.
P.S.: Proseguirà anche nel 2021? Sì: è un biennio e non un anno insidioso. Tu lo sai, perché lo abbiamo ripetuto all’infinito dalla fine del 2019 in avanti e anche prima. E il peggio, sui mercati, dobbiamo ancora vederlo. Clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

Maurizio Monti
Editore
Istituto Svizzero della Borsa