E’ il nuovo mondo, bellezza.
Negli ultimi 24 anni, nel periodo 30 ottobre-25 novembre il DAX è stato positivo per 19 volte.
Al 14 novembre 2024 si trova in territorio negativo.
E’ sintomo di una sofferenza europea profonda, che coinvolge tutti i listini della vecchia Europa.
Guardando agli americani, l’Europa delle borse cerca di consolarsi e non deprimersi troppo.
Da sempre i listini europei sono trascinati da quelli americani.
Questa volta è diverso.
Prima Putin, poi Trump sono riusciti a mettere l’Europa al tappeto.
La politica tedesca
La Germania andrà probabilmente a elezioni anticipate a febbraio.
Questo sembra essere il tema dell’accordo che il cancelliere Scholz avrebbe concordato con l’opposizione.
Il voto di fiducia (per l’esattezza di sfiducia) dovrebbe abbattere il governo Scholz prima di Natale, portare allo scioglimento del parlamento entro 21 giorni e a elezioni entro 60 giorni.
L’opposizione cristiano-democratica è in vantaggio nei sondaggi.
E costituisce anche la speranza di fondo del resto dell’Europa, visto il rischio dell’avanzata della destra estrema.
Se andiamo ad esaminare il perché della crisi politica tedesca, troviamo, in definitiva, sullo sfondo, Putin e la guerra in Ucraina.
Scholz, socialdemocratico, ha potuto contare su una coalizione con i Verdi e i Liberali di FPD.
I liberali puntano al bilancio in pareggio, socialdemocratici e Verdi a massicci investimenti: clima, trasporti, energia i temi caldi dello scontro politico.
E in tempi di grave crisi energetica per il venir meno delle forniture russe, le differenze evidenti socio-culturali dei tre partiti sono esplose proprio sugli argomenti che la crisi di forniture rendeva più vulnerabili.
La Germania ha una specializzazione particolare nell’auto-infliggersi restrizioni derivanti dal terrore del debito e della possibile conseguente inflazione.
Il disastro economico-finanziario della Repubblica di Weimar del primo dopo-guerra, sfociato poi nell’avvento del nazionalsocialismo, è rimasto nel DNA dei tedeschi.
Così, a peggiorare una situazione politica molto delicata, un verdetto della corte costituzionale federale ha imposto gravi restrizioni all’indebitamento pubblico, interpretando in modo molto rigido le norme costituzionali sul debito.
Nel mese di ottobre, le previsioni sulle entrate fiscali sono state riviste al ribasso, stante l’attuale crisi delle imprese tedesche: la Volkswagen sembra avere una forte polmonite ed è solo la punta dell’iceberg di una economia in forte difficoltà.
Così, i litigi politici si sono moltiplicati, dando origine all’immagine di un governo caotico, disunito.
Un recente sondaggio di Deutschlandtrend ha mostrato che l’85% dei tedeschi è insoddisfatto del governo.
Il risultato è stato che in tre elezioni regionali recenti l’AFD, cioè la destra neonazista (perché altro non è), definendosi Alternativa per la Germania, ha ottenuto un record di consensi, fino sfiorare il 33% in una delle regioni.
Percentuale che evoca quella con cui fu eletto Hitler come cancelliere, il 31 gennaio 1933.
I liberali di FPD hanno presentato una serie di richieste di tagli alle tasse e alla spesa, nella piena consapevolezza che esagerare su tali richieste avrebbe portato alla crisi.
Scholz ha quindi definito “meschino e irresponsabile” Christian Lindner, ministro delle finanze liberale di FPD, giudicato il manovratore della crisi.
Di sicuro, la crisi di governo tedesca, mentre Trump sale alla presidenza degli Stati Uniti, non è la cosa migliore che potesse accadere, né per la Germania, né per l’Europa.
Il dopo elezioni tedesco
Per capire quanto pericolosa sia la svolta tedesca verso l’estrema destra, basti pensare che secondo i sondaggi, a causa del drammatico calo di popolarità dei socialdemocratici, l’AFD neonazista è il secondo partito.
La più probabile maggioranza di governo sarebbe quella della CDU, che al momento è troppo forte per essere sorpassata dall’AFD, con gli stessi socialdemocratici, sperando che questa sorta di rinnovata grande coalizione possa fare da argine all’estrema destra.
I liberali di FPD, molto probabilmente, con la loro esagerata tattica di guerriglia contro la stabilità del governo a cui hanno partecipato, se un po’ conosco i tedeschi, saranno suicidati dall’elettorato.
Ciò che dobbiamo augurarci è che il travaso di voti dai liberali finisca nel partito cristiano-democratico o in quello socialdemocratico e non confluiscano nell’estrema destra dell’AFD.
I Verdi dovranno scegliere se dare un sostegno almeno esterno alla grande coalizione o starsene all’opposizione, che li vedrebbe assieme all’AFD.
Un continente debole di suo
Una Germania in queste condizioni non giova al continente, debole di suo.
Men che meno, se tutto questo avviene mentre negli Stati Uniti si insedia Trump.
Anzi, si insediano, finché non litigheranno, Trump e Musk.
In tutto questo, è difficile vedere qualche cosa di buono per la vecchia Europa.
Forse, ammalata di vecchiaia.
Webinar
Sul nostro canale webinar, parliamo di volatilità e di Anti-Crash.
Il Vix è atterrato ieri a quota 14. Indizio di una maggiore ritrovata stabilità.
Un po’ troppo alto, però, il prezzo della volatilità quotato a dicembre e gennaio.
Come se i market maker sapessero qualcosa che noi non sappiamo.
O sanno quello che sappiamo anche noi ma non vogliamo dirlo?
I Treasury scendono, mentre la FED abbassa i tassi.
Questi americani, che abbiano fatto qualche debituccio di troppo?
Così, parlare di anti-crash, di protezione dalla volatilità, di attenuazione dalla volatilità negativa, capire, soprattutto, i sintomi che segnalano pericolo sul mercato: di questo parliamo nel webinar,
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P.S.: Proprio mentre pubblicavamo questo articolo, una Breaking News del New York Times ci informava che Musk incontrava l’ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite.
E’ il nuovo mondo dopo il 5 novembre, bellezza.
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Maurizio Monti
Editore
Istituto Svizzero della Borsa