La ferrovia della finanza: la curiosa storia del primo indice azionario statunitense

29 Novembre 2024 22:31

Il papà delle Borse.

 

Correva l’anno 1884 e gli Stati Uniti erano nel pieno della rivoluzione industriale.

Le locomotive risuonavano come tamburi di guerra sulle rotaie d’acciaio, che collegavano una nazione in espansione.

La ferrovia non trasportava solo merci.

Era il motore che muoveva l’economia, simbolo di progresso e, curiosamente, il punto di partenza di uno dei concetti più importanti del mercato azionario: gli indici azionari.

Charles Dow, un giornalista finanziario dagli occhi acuti e dai baffi ben curati, osservava affascinato questo trambusto economico.

In qualità di fondatore dell’influente Wall Street Journal, Dow voleva dare agli investitori una bussola per navigare nell’oceano finanziario, spesso caotico.

Ma come misurare il polso di un mercato così diversificato e sfrenato?

La risposta, pensò, era nelle ruote d’acciaio che rotolavano sui binari: le compagnie di trasporto.

È così che è nato il Dow Jones Transportation Average (DJTA), il primo indice azionario degli Stati Uniti.

Questo “nonno degli indici” ha debuttato con sole 11 aziende, 9 delle quali erano ferrovie.

Le altre due attività, quasi per caso, erano compagnie di navigazione.

“Dopo tutto, non possono essere tutte ferrovie”, ha scherzato Dow, o almeno così dicono i documenti informali.

 

 

L’indice che correva a vapore.

A quei tempi investire nei trasporti era come scommettere su internet negli anni ’90: sembrava che tutto girasse attorno ad esso.

Se le locomotive funzionavano bene, l’economia andava bene.

Ma la cosa curiosa è che, mentre oggi vediamo grafici con candele giapponesi e formule matematiche complesse, il DJTA veniva calcolato in modo molto più semplice: sommavano i prezzi delle azioni di queste 11 società e poi dividevano per il numero totale.

Matematicamente rudimentale, ma funzionale.

Questo indice non solo misurava l’economia. Era uno spettacolo in sé.

Gli investitori erano eccitati dalle sue fluttuazioni tanto quanto i bambini dell’epoca lo erano dal fischio di un treno in corsa.

Se l’indice saliva, le strade di Wall Street si riempivano di contagioso ottimismo.

Se scendeva, la malinconia scendeva come una fitta nebbia.

E cosa è successo al DJTA?

Quando il Dow Jones Industrial Average (DJIA) fu introdotto nel 1896, soppiantò la popolarità del DJTA, soprattutto perché rifletteva un’economia più diversificata.

Mentre il DJTA si limitava ai trasporti, il DJIA includeva aziende manifatturiere e altri settori chiave.

Nonostante questo “affronto”, il DJTA non è mai scomparso.

In effetti, rimane uno degli indici più antichi e rilevanti oggi sul mercato.

E perché è importante?

Perché i trasporti continuano ad essere un termometro chiave dell’economia.

Se camion, navi e aerei si muovono, significa che sono le merci a muoversi, le fabbriche a produrre e i consumatori a spendere.

In un certo senso, il DJTA è come quel ragazzo saggio che non parla molto, ma quando lo fa ha qualcosa di importante da dire.

 

 

Un’eredità che continua a vivere.

Oggi, in un mondo in cui le app possono dirti cosa sta facendo il mercato con un solo clic, pochi sanno che tutto è iniziato con le ferrovie.

Charles Dow ha involontariamente gettato le basi per il modo in cui interpretiamo il mercato.

La sua visione semplice ma brillante ci ricorda che, fondamentalmente, l’economia riguarda le persone e le aziende che muovono cose: beni, idee e, in ultima analisi, denaro.

Se la storia del DJTA ci insegna qualcosa, è che il mercato azionario è in continua evoluzione, adattandosi sempre ai fattori economici del suo tempo.

Oggi, anche se le ferrovie non sono più i titani di una volta, altri settori hanno preso il loro posto come motori dell’economia: tecnologia, energie rinnovabili, salute e consumi.

Dai giganti come Tesla o Apple alle startup che ridefiniscono il modo in cui viviamo, il mercato offre una varietà di opportunità mai esistite prima.

Per gli investitori moderni, comprendere queste dinamiche è come essere un Charles Dow del 21° secolo.

La chiave è identificare quali “locomotive” stanno aprendo la strada in questa era digitale.

 

 

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P.S.: Il Dow Jones, oggi, è l’indice con la maggiore quantità temporale di dati a disposizione, con i suoi 128 anni di vita.

E’ uno strumento essenziale per la realizzazione di statistiche cicliche di lungo termine sul mercato americano.

Ora sappiamo che anche il Dow Jones ha un antenato.

Dobbiamo ringraziare Charles Dow, per la sua teoria sui trend, ancora oggi indiscussa per la sua linearità e semplicità, per avere creato il Wall Street Journal e per avere ideato gli indici di borsa.

Il papà della borsa contemporanea è lui.

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Maurizio Monti

Maurizio Monti

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