Il 2021 sotto la lente – Il petrolio

17 Gennaio 2021 11:26

La commodity del futuro

Nel 2020, abbiamo odiato il petrolio. Per la prima volta abbiamo appreso potesse accadere che una commodity andasse in negativo.

È successo: in aprile, in pieno shock pandemico e di domanda, come elefanti dentro una cristalleria i grandi ETF, ETC, ETP mondiali hanno “assestato le posizioni” rollando i future sulla scadenza successiva e creando il più grande vuoto cosmico di prezzo nella storia dei mercati.
 

Petrolio a meno 40 dollari, da riempire di barili il vostro giardino, potevate farveli consegnare ed essere pagati: del tutto teorico, ma così è stato per il paio d’ore necessarie a far morire il vecchio future e a far risorgere le quotazioni della scadenza successiva a poco più di 6 dollari.

Il future di dicembre 2020 in quel momento negoziava a 32 dollari. E questo ci indusse a credere a un ritorno alla normalità, nel periodo di tempo che sarebbe stato necessario al mercato per riprendersi. Alcuni gridarono “alla fine del petrolio”, dimenticandosi, probabilmente, di avere l’auto a benzina o a gasolio in garage.

Il nostro algoritmo vede un primo semestre del 2021 positivo per il petrolio. Prevediamo un possibile massimo relativo, forse il massimo dell’anno o comunque il massimo del ciclo rialzista conseguente al minimo di aprile 2020, fra maggio e luglio del 2021.

A gennaio 2020, il future del petrolio WTI segnò il suo massimo a 65.65, prima di iniziare la discesa deflazionistica di inizio 2020, acceleratasi con la crisi di cui sopra.

Prendendo come minimo di aprile 2020 il prezzo di 10 dollari (del tutto arbitrario e teorico ma prendere il minimo negativo è a nostro avviso un errore) e tracciando il range osserviamo che l’87.50% è a 58.81 dollari.
 

Il prezzo degli ultimi giorni ha battuto contro la media mobile settimanale a 200 periodi, fermando temporaneamente la corsa rialzista intorno a 52 dollari.

Il nostro algoritmo temporale prevede il periodo 15-18 gennaio più o meno quattro giorni come punto di inversione, minimo o massimo, anche per il petrolio (come per le borse): di conseguenza la fermata del prezzo rientra in tale periodo e coincide con la resistenza della citata media mobile a 200.

Sopra la media mobile a 200, tracciando la trend line dai massimi di ottobre 2018 a gennaio 2020 otteniamo un valore intorno a 57 dollari, a decrescere col passare dei giorni, come resistenza successiva.

Tale trend line ha un vero significato storico: tracciandola all’indietro, va a toccare i massimi di giugno 2014, di settembre 2013 e il massimo storico di luglio 2008.

Sembra quindi di poter dire che il superamento di detta trend line, che prevediamo essere non facile, e il successivo superamento di 58.81, il citato 87.50% del range attuale, darebbe luogo, se verificato, ad un ciclo completamente nuovo del petrolio: la trend line citata diverrebbe un possibile supporto futuro e nel frattempo verrebbe completamente dimenticata.

Gli obiettivi seguenti sarebbero infatti il prezzo di 65.65 dollari, cioè il massimo del 2020, sul quale è lecito attendersi, se venisse offerto, una reazione ribassista molto forte. E ancora sopra il prezzo di 72.92 dollari pari al 112.50% del range.

In quell’area 65.65 – 72.92, se raggiunta, potrebbe collocarsi il prezzo del massimo relativo di maggio-luglio 2021.

In questa ipotesi, che i nostri algoritmi disegnano come possibile scenario probabilistico, si tratterebbe di un vero e proprio reset ciclico del petrolio: come la prima parte di una nuova epoca.

La domanda di petrolio sul 2021 sarà crescente. Poi, vedremo che impatto avrà nel quinquennio lo sviluppo della green economy e delle auto elettriche, sul lato della domanda, e le tecnologie sullo shale oil sul lato dell’offerta: c’è tempo per riparlarne.

Per investitori di medio termine, secondo noi, uno strumento da comprare per una posizione long di alcuni mesi, acquistato, se possibile, nell’area di eventuali minimi che potrebbero formarsi nella seconda quindicina di gennaio, potrebbe essere una buona scelta.

Se, invece, la trend line di cui sopra (area 57 dollari) dovesse rivelarsi insormontabile, allora rimarremmo nel trend precedente. Significherebbe un errore di valutazione del nostro algoritmo, sempre possibile: non si tratterebbe dell’inizio di un nuovo ciclo del petrolio dopo il grande reset di aprile 2020, ma una continuazione, del ciclo ribassista precedente. Dove aprile 2020 sarebbe un incidente di percorso, una sorta di anticipazione di ulteriori tendenze ribassiste future. Riteniamo molto meno probabile questa ipotesi.

A proposito di commodity, Daniele Lavecchia, insieme con Luciano Lo Casto, ha disegnato lo scenario di quello che ha definito essere “l’oro del futuro”parliamo del bitcoin e di come negoziarlo con normali strumenti di borsa, future o CFD, e con tecniche di trading che Daniele ha studiato appositamente per le crypto.

Ne abbiamo parlato in un webinar imperdibile che abbiamo proposto in più edizioni, fino a martedì 19: clicca qui sotto per vedere la registrazione.

P.S.: le previsioni, da sole, non sono utili per fare trading. Qualunque scelta di investimento o di trading va asseverata ad un metodo preciso e deve essere giustificata solo all’interno del sistema prescelto. Le previsioni offrono uno scenario probabilistico, che può sensibilmente modificarsi nel tempo. Tienine sempre conto.

Disegnare scenari serve per avere una visione d’insieme e verificare la loro compatibilità o meno e trarne le relative conclusioni sull’andamento generale dei mercati.

I metodi che troverai nel webinar sono concretamente applicabili al mondo delle criptovalute, come commodities del futuro, con strumenti che puoi trovare nelle normali piattaforme di trading, che includano future o CFD. Clicca qui sotto e vedi la registrazione.

Maurizio Monti
Editore
Istituto Svizzero della Borsa

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