Le scommesse degli americani.
Recessione e Ravvedimento.
Secondo Goldman Sachs la probabilità di una recessione entro il prossimo anno è del 45%.
Ancora più pessimista il capo economista di Apollo Global Management che stima detta probabilità nel 90%.
Dopo l’impetuosa discesa successiva al Liberation Day, il mercato azionario ha recuperato con impeto altrettanto forte.
Gli utili del primo trimestre, con qualche incertezza, sono ancora giudicati positivamente dagli investitori: l’S&P500 ha fatto un recupero di dimensioni epocali: come rilevato nel nostro articolo di ieri pubblicato sulle pagine dell’Istituto Svizzero della Borsa,
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per trovare un rally consimile dobbiamo risalire all’anno 2004.
La scommessa dei mercato è che ci sarà un raffreddamento delle controversie commerciali scatenate da Trump, con un sostanziale “ravvedimento” di quest’ultimo, ridotto a miti consigli da Bessent e dai timori di un disastro sul mercato dei Bond.
Paradossalmente, la paura dei Basis Trade, il cui destino è strettamente legato ad una buono stato di salute del mercato dei Bond americani, ha convinto al momento gli investitori che non sia affatto probabile che il grande giocatore di poker a capo della Casa Bianca vorrà correre questo rischio.
Paura e avidità.
Nel momento in cui Trump ha annunciato la tregua di 90 giorni per discutere con il resto del mondo, tregua che non ha applicato alla Cina, il mercato ha cercato di riprendersi dallo shock vissuto.
Così, l’ansia dei mercati è rimandata: a giugno se non a luglio.
La nostra opinione.
I 90 giorni non si discutono i destini del mondo, in una situazione nella quale Trump ha collocato gli Stati Uniti a giocare una partita a poker contro il resto del mondo.
E i cinesi non avranno alcuna fretta di concludere accordi con gli USA, semplicemente perché hanno molto meno bisogno degli USA di quanto gli USA non abbiano bisogno della Cina.
La Cina potrebbe essere spinta ad un accordo dai suoi alleati in Asia (Vietnam per primo, che, nella nostra valutazione, verrebbe estremamente danneggiato dai dazi di Trump): e questa potrebbe essere l’unica sera motivazione cinese ad avvicinare le posizioni in tempi non lunghissimi.
Se la Cina è effettivamente in una posizione di forza (e ovviamente potremmo sbagliarci), la cosa migliore che può fare è procrastinare e prolungare i tempi di un accordo, finché saranno gli USA ad essere in una posizione di maggiore difficoltà.
Questo è, di qui a settembre, la visione più probabile.
Una V o una W.
Ora, quello che viene da chiedersi è se il mercato azionario americano andrà avanti con una figura a V o una figura a W: intendiamo dire se i minimi di aprile verranno ritestati o addirittura rotti di qui a giugno o poi, in ipotesi, di qui a settembre (figura a W), o se i minimi del 2025 sono già fatti, e l’S&P500 continuerà a stare sopra l’area 5000/5200 (figura a V).
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P.S.: Anche le scommesse ci parlano.
Una piattaforma di scommesse molto frequentata, la Kalshi, testimonia di un clima certamente non favorevole nella visione futura degli americani.
La piattaforma permette di scommettere su “eventi futuri”: da un 40% di dieci giorni fa, la recessione viene data ora al 63% di probabilità.
In un mondo come quello statunitense dove l’economia è basata principalmente sul consumo, è evidente che l’opinione degli americani conta, eccome, per determinare da quale parte pende la probabilità.
Mentre il mercato azionario tornava a salire, i rendimenti a dieci anni dei Treasury scendevano appena: indizio che l’aspettativa di inflazione non tende a placarsi più di tanto.
E una recessione con aspettative di inflazione è sempre un grande spauracchio per i mercati.
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